La sanità pubblica attraversa un periodo di crisi profonda che sta determinando un progressivo scivolamento: da un servizio sanitario nazionale fondato sui principi di universalità, uguaglianza, equità e sulla tutela di un diritto sancito dalla Costituzione, a 21 diversi sistemi sanitari regionali e una privatizzazione crescente, non più complementare al servizio pubblico.
Una spesa sanitaria inferiore alla media dei paesi europei, la progressiva carenza di professionisti sanitari (medici e infermieri), reparti a forte rischio come pronto soccorso e reparti di emergenza urgenza, la perdita di strutture come centri di salute, consultori, centri di salute mentale, liste d'attesa e barelle nei corridoi, la caduta della qualità del servizio rendono per i cittadini umbri problematica la fruizione e l'accesso ai servizi sanitari.
Diventa quindi necessario impegnarsi per fermare questo declino, disegnare una città che promuove la salute, rafforzare i servizi territoriali e dare un contenuto serio e realistico alle "case di comunità".
E' necessario potenziare l'assistenza domiciliare, riaprire i servizi per il disagio giovanile e i consultori familiari, sostenere azioni per l'inclusione sociale delle persone con disabilità per favorire la vita indipendente; rafforzare la risposta ai bisogni connessi alla salute mentale.
Inoltre, va affrontata la problematica del ruolo dell'ospedale della città, con la Regione e l'Università, tenendo conto di quanto segnalato dai cittadini ma anche della difficoltà rappresentata dagli stessi operatori".
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